ALLA POLONIA IL “SAN GABRIELE” NUMERO 33

ALLA POLONIA IL “SAN GABRIELE” NUMERO 33 – PREMIO SPECIALE AL BRASILE “Santo subito” fu il grido che si levò dalla folla dei fedeli che nel giorno dei funerali di Giovanni Paolo II, il 2 aprile 2005, gremiva Piazza San Pietro. Il 28 aprile di quello stesso anno, appena divenuto Papa, Benedetto XVI concesse la dispensa del tempo di cinque anni di attesa dopo la morte per l’inizio della causa di beatificazione e di canonizzazione. Beatificato nel 2011, il 27 aprile 2014 Giovanni Paolo II la canonizzazione nella cerimonia ricordata come quella dei quattro Papi. Due Santi: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, e due celebranti: Francesco e Benedetto XVI. Così come tre anni prima, per la beatificazione del 2011, la canonizzazione del 2014, ha avuto un’ampia sottolineatura postale, sia da parte della Polonia che del Vaticano. Articolata in francobollo singolo e foglietti, a seconda dei casi stampati in offset o in raffinata calcografia, l’emissione polacco-vaticana poggia su un’unica immagine. Quella di Papa Karol Wojtyla benedicente e sorridente firmata a quattro mani dai coniugi Dabrowscy: Marianna Dabrowska e il marito Jacek Dabrowscy. A Marianna Dabrowska, conosciuta ed apprezzata autrice di un gran numero di francobolli polacchi, si deve anche l’immagine dell’emissione della beatificazione di tre anni fa, anch’essa premiata col “San Gabriele”, il premio d’arte sacra che si ispira all’Arcangelo che portò alla Madonna l’annuncio della sua prossima maternità divina. Privilegiando i francobolli con immagini appositamente predisposte. A distanza di tre anni, grazie a San Giovanni Paolo II e ai coniugi Dabrowscy la Polonia ha fatto bis e a man bassa ha conquistato il “San Gabriele numero 33”. Il collegio giudicante, del quale fanno tra l’altro parte il cardinale Cristhoph Schönborn, arcivescovo di Vienna; monsignor Luigi Bressan, arcivescovo di Vienna e i presidente di molte associazioni “San Gabriele” d’Europa, ha particolarmente apprezzato l’illustrazione nella quale il ruolo del “verbo” svolge un ruolo affatto secondario. Il riuscito ritratto del Papa Santo è quello tradizionale, compresa quindi l’aureola. Un’aureola tuttavia particolare, costituita come è da tutta una serie di frasi ed inviti pronunciati da Giovani Paolo II dal corso del suo lungo pontificato, e distribuite su sette semicerchi. Aperta dal motto del suo stemma “Totus Tuus! la sequela si conclude, passando da “Non abbiate paura, aprite le porte a Cristo”, “Io sono felice, siatelo anche voi”, con “Nella vita e nella morte Totus Tuus mediante l’Immacolata”. Particolare curioso: l’aureola – verbo della Polonia contiene una frase in più, rispetto a quella del Vaticano: questa:” Come si può amare Dio che non si vede, se non si ama il fratello che sta accanto a te”. A rivelarlo è stata, nel corso della cerimonia di premiazione avvenuta nella Sala delle Ceramiche del Museo Fioroni, Agnieszka Kloda-Debska, responsabile di filatelia e marketing delle Poste Polacche. Le citazioni dell’areola polacca risultano infatti essere 34, contro le 35 vaticane. Sembra le alla base della riduzione del numero delle frasi nell’areola verbo vaticana sia dovuta a semplici ragioni di spazio originati da questioni linguistiche. Emesso per affrancare la corrispondenza natalizia la serie del Brasile – due valori riuniti in un grazioso foglietto- alla quale è andato il Premio San Gabriele del comitato organizzatore, propone immagini ispirate a San Nicola, il Santo di Myra, venerato a Bari dove sono conservate le spoglie. Molto vicino ai bisognosi. Trasformato dalla fantasia e dal consumismo, in Santa Claus – Babbo Natale, snaturandone di conseguenza la sua origine religiosa. Meritatamente ricollocato nel suo ambito storico, con un preciso richiamo al “Natale di San Nicola”, sui due dentelli disegnati da Babi W. Stelnberg, San Nicola è rappresentato, oltre che attraverso due ritratti, mediante due dei suoi più noti miracoli. Le tre ragazze salvate da un infelice destino (il padre, ridotto in miseria, aveva deciso di venderle) mediante una consistente somma di denaro in monete d’oro qui raccolte in alcune scarpe femminili e il miracolo dei tre bambini riportati in vita, dopo che un oste gli aveva uccisi e messi in una tinozza sotto il sale. In un’interpretazione grafica molto svolazzante di Luca Vangelli, il miracolo delle “Tre ragazze” è presente anche sul 700 lire uscito in Vaticano nel 1987. “Anche nell’era di Internet i francobolli – ha ricordato il Presidente del Premio, Gianni Fontana – sono in gradi di diffondere in maniera efficace messaggi di pace, di fratellanza e di fede”. Per parte sua il direttore della Filiale di Legnago, Livio Rado. ha assicurato come Poste Italiane guardi con interesse ad iniziative che valorizzano l’aspetto culturale ed artistico del francobollo. Clara Scapin, sindaco di Legnago, ha ricordato come i francobolli diffondano “eventi, avvenimenti e ricchezze del tutto il mondo”. Portando il saluto delle Poste polacche, Agnieska Kloda-Debska, ha definito il Premio “San Gabriele” un “prestigioso evento filatelico”. Concetto ribadito con convinzione dal viceconsole generale di Polonia, Bartosz Skwarczynski, citando un passo del nostro inno nazionale, Fratelli d’Italia, che unisce il “sangue d’Italia” al “sangue della Polonia” (all’epoca crudelmente smembrata dalla Russia e dall’Austria) e ricordando al tempo stesso il generale Jan Henryk Dabrowski che al seguito di Napoleone diede vita ad un Corpo polacco in Italia, ha ricordato i fraterni rapporti che da secoli unisco i due Paesi: l’Italia e la Polonia. Una soave Annunciazione, plasmata da Enrico Manfrini, lo scultore dei Papi ed in particolare di Paolo VI, è andata a Polonia e Brasile che sono tornati a scrivere il loro nome nell’albo d’oro del San Gabriele. Premio ricordato da Poste Italiane con l’uso di un annullo sul quale è mostrata l’Annunciata, firmata da Marco Ventura, apprezzato autore di francobolli, a partire da una serie natalizia di gran successo della Gran Bretagna. poppandosi

Notizia fornita per gentile concessione del Dr Danilo Bogoni